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La struttura del complesso ricettivo è stata realizzata attraverso il recupero di un opificio industriale degli anni ’50 che produceva pasta di grano duro. Edificato sui resti di un antico mulino, dove al tempo della mietitura tutti i contadini del paese si riunivano per la trebbiatura del grano, l’opificio nasce dal progetto di architetti della scuola di Adriano Olivetti.

Ed è proprio una storia di sogni quella dell’Antico pastificio Sarubbi: il sogno di un uomo che agli inizi degli anni 50 decide di sfidare tutti e tutto creando dal nulla un pastificio i cui prodotti arriveranno ad essere esportati finanche in America dando lustro e lavoro a tutto il paese. Il sogno del nipote che dopo 30 anni ha deciso e caparbiamente voluto far rivivere questa struttura a tutti i costi.

logo-pasta-hotel-antico-pastificio-sarubbi-stiglianoNegli anni ’70, per motivi non legati alla produzione, l’opificio viene chiuso ed inizia la fase di abbandono e di degrado.

Il progetto di recupero parte dall’idea di valorizzare l’ambiente circostante e lasciare il segno dell’antica fabbrica facendo emergere anche le testimonianze del mulino. Si è scelto di non alterare o modificare i prospetti esterni ma recuperare i toni proposti nel progetto degli anni ’50 che si legano ai colori della pietra locale e dei luoghi circostanti.

Inoltre si è messa in luce e recuperata, nell’attuale hall, la preesistente facciata ottocentesca del mulino in pietra locale che era stata coperta da uno strato di intonaco e cemento ed inglobata nell’ ampliamento dell’ opificio. Il recupero delle preesistenze non si ferma però al solo aspetto architettonico: la hall dell’albergo ospita gli ingranaggi che servivano alla produzione della semola.

algredo-sarubbi-cane-pastore-tedesco-hotel-antico-pastificio-sarubbi-stiglianoOltre l’originaria facciata del primitivo mulino, sono stati recuperati gli ambienti destinati al deposito del grano e i silos, trasformati nella sala ricevimenti e nel ristorante “Food lover”.
Per le rifiniture si sono scelti materiali quali il legno per gli arredi, la pietra locale per la pavimentazione esterna, il ferro lavorato con il rame per alcune lampade e le basi dei tavoli della sala ristorante.
Alcuni pezzi di arredo sono originari degli anni ‘50, come il bancone della reception o il frigorifero ancora perfettamente funzionante posto nella sala ristorante.

 

 

Il progetto di recupero ha vinto nel 2010 il secondo premio nel concorso sull’ospitalità turistica: Premio Internazionale Ischia d’architettura.
Visualizza le tavole del progetto.